Dic 17, 2015 Circolari ed avvisi per il personale

A seguito di una riunione con i professori di sostegno, ho potuto verificare che non sempre sussiste la dovuta collaborazione tra questi ultimi e quelli titolari. Qualche volta i docenti titolari invitano immotivatamente quelli di sostegno a uscire durante determinate prove, quando dovrebbe accadere esattamente il contrario. Queste incomprensioni sono dovute a una molteplicità di ragioni e dal mio punto di vista è fuori luogo cercare di individuare colpe o responsabilità, poiché le difficoltà di integrazione degli alunni in oggetto sono reali ed elevate. Mi limito, pertanto, a sollecitare la buona volontà di tutti, per fare in modo che i nostri ragazzi possano progredire in funzione delle abilità che possiedono.

In tal senso sono a ricordare che i programmi differenziati non prevedono l’ottenimento delle tradizionali certificazioni o diplomi. I progressi di questi alunni, quindi, non possono essere valutati secondo gli standard usuali, ma secondo quelli concordati in ambito di programmazione. Da questo punto di vista, se alcuni progressi sono stati compiuti, essi devono essere riconosciuti e apprezzati e non importa se sono lontani da quelli della maggioranza degli alunni. Non credo, al riguardo, di esprimere una posizione “buonista”, ma anzi del tutto realista, perché i progressi degli alunni si misurano in funzione delle condizioni di partenza. Aggiungo, infine, che un incoraggiamento e un encomio possono corroborare l’autostima e ciò vale particolarmente per chi soffre di alcuni svantaggi. L’autostima, del resto, è il motore di qualsiasi apprendimento.

Per ciò che attiene gli alunni che seguono una programmazione “semplificata”, ricordo che i cosiddetti “obiettivi minimi” spesso rappresentano il livello massimo raggiungibile. In tal senso è plausibile che gli alunni in questione, cogliendo detti obiettivi, possano ricevere la gratificazione che compete a coloro il cui impegno è pieno e sollecito. Chi dà il massimo dovrebbe vedere riconosciuto il proprio sforzo, aldilà dei risultati.

Concludo facendo presente che è necessario che tutti gli insegnanti conformino il loro lavoro ai Programmi Educativi Individualizzati o PEI (per i ragazzi con handicap) e ai Programmi Didattici Personalizzati o PDP (per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento). Il rispetto di tale programmazione rappresenta un vincolo contrattuale (non a caso detti programmi sono firmati da tutti) che non può essere eluso, se non esponendo la scuola (e se stessi) al rischio di contenzioso. I recenti fatti di cronaca cittadini testimoniamo un’ampia casistica.

Ricordo, infine, che la nostra Scuola in questi ultimi anni è stata scelta da un numero progressivamente maggiore di alunni in difficoltà. Ciò rappresenta un fatto che va a onore della scuola stessa, ma che rappresenta altresì un impegno per il futuro. Anche per questo è opportuno che il lavoro dei docenti di sostegno sia “tracciabile” e reso pubblico alle famiglie, che troveranno conferma nell’aver scelto la nostra scuola.



 

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof. Alessandro Artini