Gen 20, 2015 Circolari ed avvisi per il personale, debate, Notizie

La recente pubblicazione della ricerca della “Fondazione Agnelli”, purtroppo, ha evidenziato un basso punteggio per la nostra scuola. La ricerca, come è noto, esamina gli esiti universitari dei giovani diplomati, provenienti dalle scuole superiori di tutta Italia, nelle varie facoltà. Il metodo della ricerca è senz’altro suscettibile di critiche (a cominciare dal fatto che le facoltà universitarie non sono tutte uguali e alcune richiedono un impegno maggiore di altre ….), ma, a prescindere da ciò, la posizione in classifica della nostra scuola non è confortante. Anche per questo mi pare opportuno affrontare la questione in una delle prossime sedute del Collegio. Pur tuttavia, avverto l’esigenza di formulare anche adesso alcune considerazioni sul tema delle innovazioni didattiche, che mi pare connesso a quello dei risultati dei nostri alunni.

Agli inizi dell’anno scolastico ho convocato una pluralità di riunioni su argomenti specifici riguardanti il “Debating”, il “Made in Italy”, l’adozione dei droni come strumento di rilevazione, ecc. Il dibattito che si è sviluppato, in alcuni casi, è stato vivace, e ha toccato i temi di fondo dell’attività scolastica d’insegnamento. Sono state adottate, quindi, alcune decisioni di natura didattica, relative alle modalità di attuazione delle innovazioni e, nel caso del “Debating”, è stata allestita un’aula apposita nell’edificio di Via XXV Aprile.

Ciò nonostante, lo stato di avanzamento delle innovazioni langue e la mia impressione personale è che esse non ricevano la dovuta attenzione. Ovviamente comprendo le ragioni di queste titubanze, che si radicano nella condizione professionale non soddisfacente e nello stato generale della scuola, costretta ad un immobilismo frustrante. Ciò nonostante, secondo la ricerca sopra citata, nella nostra scuola c’è una forte esigenza di miglioramento che può prodursi anche tramite le innovazioni. La connessione tra miglioramento e innovazioni non è scontata, ma è certo che la nostra didattica può evolvere solo mediante i cambiamenti. Solo essi ci rivelano i vantaggi e gli svantaggi della situazione precedente. Solo con i cambiamenti possiamo preservare i primi e superare i secondi.

Ragionando a contrario, assumendo cioè una posizione di immobilismo, si comprende il nesso delle innovazioni con la qualità del “prodotto didattico”. È evidente, infatti, come la reiterazione degli stessi programmi, con gli stessi metodi, corra il rischio di provocare un inaridimento generale delle nostre attività. E se la nostra professionalità si impoverisce nella routine, anche gli apprendimenti degli alunni ne risentono negativamente. Ne deriva che la qualità della nostra offerta si associa alla sperimentazione di sempre nuove modalità d’insegnamento. Per queste ragioni, sebbene innovare costi fatica, non credo che vi siano alternative, se si persegue l’obiettivo di elevare la qualità dell’offerta. Inoltre, compiuti i primi passi, le innovazioni si attuano sempre più agevolmente. Ma a questo punto non è necessario proseguire il ragionamento, perché il senso di ciò che ho argomentato è chiaro per chiunque.

In questa prospettiva chiedo a tutti voi di assumere un atteggiamento costruttivo e, se non si è disponibili a innovare il proprio metodo di lavoro, che almeno siano esplicitate le ragioni di tale mancanza di volontà. In altri termini, se qualcuno ritiene che la scuola debba compiere ulteriori passi per favorire i cambiamenti in questione, indichi di quali passi si tratta. Se occorre qualcosa, che almeno lo si chieda. Si vedrà poi se la richiesta può essere evasa oppure no. Agli inizi dell’anno scolastico, nel corso delle riunioni sopra menzionate, sono state indicate con nettezza alcune prospettive da perseguire e non vi sono state voci contrarie. Sarebbe poco accettabile che tali indicazioni venissero trascurate o disattese nell’indifferenza. So di essere noioso (così direbbe mia moglie …), ma per una questione di lealtà mi attendo delle risposte, in qualsiasi modo e in qualsiasi forma. Ringrazio anticipatamente chiunque accolga questa mia richiesta e offra il suo parere, anche di natura critica verso l’operato della dirigenza.

Sono certo che questa situazione di anestetica indolenza non faccia bene alla scuola.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof. Alessandro Artini

P. S.

Colgo l’occasione per far presente che alcuni insegnanti non hanno riempito, per lo scrutinio, il prospetto delle motivazioni (cui si è fatto riferimento nell’apposita circolare). I “ritardatari” sono tenuti a farlo entro sabato prossimo 24 gennaio 2015.