Mag 19, 2015 Circolari ed avvisi per il personale

In questi giorni, alcuni Docenti mi comunicano le loro perplessità (e in certi casi l’espressione è eufemistica) circa i voti inseriti nel registro elettronico. In altri termini, essi ritengono che alcuni voti non corrispondano a quelli effettivamente assegnati a suo tempo. Come è noto la scuola ha attribuito recentemente a ciascun docente una nuova password personale per evitare le intromissioni nel sistema informatico. Le “barriere difensive”, tuttavia, non garantiscono la protezione in maniera assoluta contro le azioni di pirateria. In sostanza, quindi, in attesa di accertare ciò che è successo, formulo le seguenti indicazioni.

  1. Il punto di partenza è che i voti in questione devono essere corretti e le famiglie degli alunni interessati informate di ciò (con una telefonata o con poche righe nel diario controfirmate dai genitori stessi).

  2. Alcuni di questi voti si basano su riscontri oggettivi (compiti scritti, test, ecc.) e in tal senso è possibile dimostrare agevolmente la mancanza di coerenza tra la prova e il voto che compare nel registro. La correzione, quindi, è del tutto plausibile.

  3. In mancanza di tali riscontri (nel caso, ad esempio, di una interrogazione orale), se si ricorda con precisione quale era il voto, si proceda comunque alla correzione. Anche nell’ipotesi di un errore materiale si ricorre alla memoria per la correzione.

  4. Onde evitare l’insorgere di eventuali contestazioni, è necessario che si acquisiscano ulteriori voti, in maniera tale da dissolvere i possibili dubbi. Ricordo che le nuove verifiche possono comprendere anche le parti di programma inerenti ai voti poco convincenti. Anche in questo modo si può consolidare la valutazione finale.

Avverto, adesso l’esigenza di sviluppare alcune riflessioni in merito a un tema trattato nel recente collegio, quello delle certificazioni mediche.

Su di esse la scuola non ha titolo per valutare. Entrare nel merito di una certificazione è del tutto indebito, anche se essa contiene in sé elementi discutibili o addirittura contraddittori. Una certificazione che, a rigor di logica, appare astrusa è pur sempre una certificazione. Contestarne l’astrusità significa entrare nel merito.

Il sistema normativo che regola tali certificazioni appare anch’esso discutibile. Le cronache dei giornali ne danno ampia testimonianza. Pensate alle assenze dei vigili urbani di Roma nella notte di capodanno, oppure a quei personaggi noti (e non solo) che si assentano dai processi con diagnosi risibili, provocando dilazioni in vista delle relative prescrizioni. Alcune certificazioni sollevano non solo il nostro disagio, ma in certi casi una autentica repulsione morale. Il numero dei casi in questione, tuttavia, è talmente elevato da rendere plausibile l’idea che l’intero sistema sia inficiato da alcuni difetti strutturali. In tal caso non è sostenibile l’idea che la scuola possa ripristinare nel suo seno la giustizia.

La strada per fronteggiare la proliferazione dei certificati finalizzati a giustificare le assenze degli alunni è – a mio avviso – quella amministrativa, che consiste nell’esigere la presentazione dei certificati in tempi certi e più limitati. Una tale strada, tuttavia, deve essere predisposta per tempo e con grande attenzione.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Prof. Alessandro Artini